Le storyline a lungo specialmente negli ultimi anni hanno preso molto spazio nei programmi di wrestling: ma è possibile sostenere delle storie così lunghe?
Ciao amici di The Shield Of Wrestling, io sono Dominic e oggi proveremo a fare un’analisi approfondita riguardo le storie a lungo termine.
I piani a lungo termine sono tornati ad essere molto presenti negli show della WWE, grazie anche a Triple H che “dirige la baracca” a livello narrativo ormai da qualche anno, nel ruolo di capo del team creativo.
È proprio con la storyline della Bloodline, capitanata prima da Roman Reigns e poi da Solo Sikoa, che questo tipo di scrittura si è amplificata riuscendo ad attirare e soddisfare molti fan nel corso degli anni. C’è stato spazio anche un apice di questa storia, con la sconfitta del Tribal Chief a WrestleMania 40 per mano di Cody Rhodes, che ha generato un momento difficilmente replicabile.
Storyline a lungo termine, tra infortuni e casualità
Lo sappiamo bene, il wrestling è uno sport pericoloso, forse uno dei più dannosi fisicamente e che può portare (in casi estremi) alla morte o a gravissimi infortuni e alla paralisi.
Non è un mistero: Mitsuharu Misawa morì sul ring a 46 anni dopo un back suplex mentre Hayabusa, della federazione Frontier Martial-Arts Wrestling (FMW), rimase paralizzato nel 2001 dopo essere scivolato sulle corde nel tentativo di connettere un Lionsault atterrando direttamente sul collo.
Arrivando invece agli infortuni meno gravi, possiamo citarvi CM Punk alla Royal Rumble del 2024, rimasto infortunato strappandosi il tricipite dopo una “normale” Future Shock DDT eseguita da Drew McIntyre. Ma perché vi sto citando tutte queste disgrazie?
La risposta è semplice: le storie a lungo termine, almeno per me, cozzano tremendamente con la troppo frequente possibilità di rimediare un infortunio. Ciò ha portato lo stesso Triple H a far lottare pochi, pochissimi match all’anno ai nomi più grossi che ha a disposizione.
Roman Reigns, ad esempio, nel 2024 ha disputato 6 match. Se aggiungiamo tutti gli altri main eventer all’equazione possiamo notare come tutto questa tendenza porti a degli episodi settimanali dove l’azione in ring viene messa in secondo piano, facendo lottare atleti di caratura minore e che spesso e volentieri portano a contese, nel migliore dei casi, mediocri.
L’esempio più recente a cui posso collegarmi è l’infortunio di PAC, arrivato nell’ultimo episodio di AEW Dynamite. La federazione di Jacksonville, come sappiamo, non è famosa per risparmiarsi sul quadrato. I Death Riders sono impegnati in una storia iniziata da ottobre che coinvolge una larga fetta del roster, PAC è attualmente campione Trios e il suo infortunio è un grosso danno verso una storia studiata a tavolino che segue punti, almeno apparentemente, molto ben precisi.
Adesso la All Elite Wrestling deve attendere ulteriori informazioni sulle condizioni della caviglia dell’inglese, ed è obbligata a prendere delle decisioni che potrebbero anche andare contro ai piani pensati all’inizio.
Quante occasioni perdute
Prima di concludere questo articolo voglio portarvi un ultimo esempio che, personalmente, mi sta molto a cuore.
Ci troviamo nella All Japan Pro Wrestling del 1990 e Mitsuharu Misawa ha appena vinto in un match che è passato alla storia, il giovane wrestler e futuro ACE ha battuto l’attuale ACE, Jumbo Tsuruta. Giant Baba, fondatore della federazione e booker principale, ha però un piano a lungo termine per i due atleti.
Jumbo Tsuruta, infatti, vincerà la cintura e difenderà il titolo svariate volte, fino a quando Misawa avrà il compito di risfidarlo e vincere il titolo in uno dei match, almeno sulla carta, più grandi di tutto il wrestling dell’epoca e non solo. Il piano è stato deciso e i primi due punti sono stati portati a termine.
Tsuruta è campione e sta vincendo i suoi match mentre Misawa, tra il 1991 e 1992, affronterà una sequenza infinita di piccoli infortuni che non gli permetteranno di ricevere il push che era stato originariamente scritto per lui.
È proprio agli inizi del 1992 che i piani vengono cambiati: Tsuruta cede la cintura a Stan Hansen cancellando per sempre il dream match contro Misawa. Allo stesso Jumbo verrà poi diagnosticata l’epatite B: a causa della malattia fu costretto a mettere il punto finale sulla sua carriera in singolo, lottando solamente dei tag team match appositamente pensati per le “vecchie glorie” della federazione.
La All Japan riuscirà si a dare la cintura a Misawa, ma perdendo l’occasione della vita. Ha aspettato troppo, impostando una storyline a lungo termine in un modo in cui si deve lottare tutti i giorni, prendendosi inevitabilmente dei grossi rischi.
Considerazioni finali
Quello può darti il finale di una storyline a lungo termine ben scritta è la gloria eterna. Ma, per riuscire ad arrivarci seguendo i piani originali, spesso bisogna prendere delle scelte, bisogna controllare al minimo dettaglio tutto quello che non rientra nella casualità.
Purtroppo, questo spesso non basta e quella che sembrava una storia perfetta viene trasformata in un’occasione mancata, da mangiarsi le mani.
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