Dijak e la sua intervista all’interno del Pro Wrestling Culture, realizzata in sinergia con The Shield Of Wrestling.
Cari amici di The Shield of Wrestling, è con piacere potervi dare il benvenuto ad una nuova intervista esclusiva del nostro sito realizzata in collaborazione con gli amici del Pro Wrestling Culture podcast.
Dopo le chiacchierate con Alex Shelley, Bobby Fish e Sabu degli scorsi mesi, ci troviamo oggi a parlare con uno dei nomi più caldi nella free agency, da poco uscito dal suo contratto con la WWE e noto per un bel percorso vissuto in quel di NXT. Tra Black & Gold Era, NXT 2.0, i match ben noti in PWG e ROH dove fu vincitore del Top Prospect Tournament 2015, insomma un bel profilo del business che vi portiamo con un bel pizzico di orgoglio.
Signore e signori, è tempo di prepararsi all’ascolto della nostra intervista a Donovan Dijak.
La nostra intervista esclusiva con il Pro Wrestling Culture a Dijak
Le domande di Aldo Fiadone
Aldo: Parliamo del tuo periodo in ROH, della tua vittoria del Top Prospect Tournament del 2015, di quando sei stato parte della House of Truth, dei tuoi grandi match vissuti al suo interno. Insomma, cosa ne pensi della tua run in Ring of Honor Wrestling?
Dijak: “Un bellissimo periodo per il quale mi ritengo grato e felice di aver fatto parte, soprattutto felice di aver vinto il Top Prospect Tournament. Fu un punto di partenza che mi ha portato ad una crescita importante fino ad arrivare alla WWE pochi anni più tardi (2017 ndr).”
Aldo: Keith Lee è stato una parte importante per la tua carriera, sia come rivale che alleato. Ricordo bene anche il periodo vissuto con lui a NXT, il War Games e tanti altri momenti magnifici. Cosa ne pensi di questo periodo vissuto nel momento più importante di NXT cioè la Black & Gold Era dove anche tu ne sei stato protagonista?
Dijak: “La mia run nella Black & Gold Era è sicuramente una delle migliori parentesi di tutta la mia carriera. Sono stato anche T-Bar e sappiamo come è andata, ma non posso non essere entusiasta di quel periodo, della mia rivalità con Keith con o senza quella maschera. I War Games, TakeOver Portland, seppur in realtà non ho lottato in chissà quanti eventi speciali. Devo ammettere però che la mia più recente run vissuta a NXT è stata altrettanto speciale, i match con Wes Lee, le mie ultime faide… facendo un resoconto sono davvero felice del periodo vissuto a NXT tra Wednesday Night WAR e tanto altro.”
Aldo: Per quanto mi riguarda il tuo miglior match lottato a NXT è proprio quello contro Wes Lee a Vengeance Day 2023. In particolare nella tua seconda run hai mostrato lo status e la capacità di essere un campione credibile come vuole la WWE. Perché secondo te non hai mai raggiunto questo traguardo?
Dijak: “Non so darti di preciso una risposta, ti faccio un esempio… ho avuto una reale opportunità di essere campione North American nel mio primo periodo lì affrontando in un one on one Keith Lee per la cintura. I piani sono poi cambiati, Triple H tramutò la contesa in un Triple Threat e sappiamo come andò. Serve sottolineare anche quanto il periodo non fu poi così buono dato l’arrivo della pandemia che ha praticamente stravolto tutto portandomi fino al main roster come parte della Retribution. Non è stata una cosa positiva purtroppo, soprattutto all’inizio della mia seconda run in cui ho dovuto lavorare molto per far cambiare l’idea a tante persone sulle mie qualità.”
Aldo: La pandemia ha sconvolto tutto anche nel mondo del wrestling business. Sappiamo tutti cos’è stata la Retribution e sappiamo bene cosa ne pensava il Wrestling web il quel periodo. Puoi dirci di più di questa parentesi da te vissuta dato che tu e Mustafa Ali siete stati probabilmente le uniche cose positive di quella stable?
Dijak: “Senza alcun dubbio e senza peli sulla lingua, posso dirti che la Retribution fu davvero uno schifo e una pessima decisione da portare on screen. Apprezzo che molta gente pensi che io e Ali siamo stati una delle poche cose positive all’interno di quella parentesi ed è altrettanto pazzesco pensare che pochi mesi prima ero ad NXT contro Keith Lee e poco dopo mi sono trovato in un gruppo come quello. In quel periodo poteva succedere davvero di tutto a causa della pandemia e purtroppo noi divenimmo un trend negativo… ai primi posti tra i commenti di RAW su X, ma con gente e fan pronti a criticare giustamente ogni nostro segmento o momento.”
Le domande di Flavio Del Duca
Flavio: Attraverso la Retribution credi di aver vissuto una parentesi in cui hai dato meno di quanto avresti potuto realmente dare?
Dijak: “Non è stato un buono spot per poter esprimere le proprie qualità e si, fu tutto brutto da vedere e gestire e sembrava quasi di aver perso la dignità.”
Flavio: Il tuo secondo video più visto su YouTube è un Intergender contro Kimber Lee. Vorrei chiederti di questa esperienza, del lottare contro una donna, cosa ne pensi?
Dijak: “Quale pensi sia il video inerente un mio match o segmento con più visualizzazioni? Il War Games? No, quello in cui le prendo da Braun Strowman con oltre 45 milioni di visualizzazioni. A parte ciò, in quel periodo sono stato aperto a circostanze che oggi non ripeterei, proprio come un Intergender match, forse perché oggi molto più di ieri provo fastidio nel vedere una donna subire una determinata manovra da un uomo.”
Flavio: Quali sono state secondo te le differenze tra la gestione di Triple H e quella di Shawn Michaels per il roster di NXT e quali quella tra Vince e HHH nel main roster?
Dijak: “Ricordo molto bene quando partì il progetto NXT 2.0, uno show in cui vi erano persone inesperte, da scrivere completamente da zero e da formare. Per quanto mi riguarda ebbi l’opportunità di far parte anche di quel progetto con la mia gimmick da Vigilante. Un bel periodo, ma non posso valutarlo superiore a quello della Black & Gold di qualche anno prima gestito da Triple H. Sulla gestione di Vince, l’ho vissuta nel periodo del COVID, sarebbe inopportuno parlarne o paragonarla ad altre a causa delle condizioni… con HHH invece ho avuto solo un esperienza breve e limitata nel backstage, ma ho visto cose magnifiche come i Wyatt Sicks e tanti altri aspetti bellissimi del lavoro.”
Flavio: C’è un avversario dei sogni che affronteresti in questo momento?
Dijak: “Probabilmente direi Gunther, se poi devo trovarne uno capace di elevare l’avversario allora scelgo senza alcun dubbio Seth Rollins o Sami Zayn. Se devo dirti un nome basato sulla sua grandezza o aura, Roman Reigns o Cody Rhodes. Solo ed esclusivamente sull’azione in-ring non posso non nominare Kenny Omega, Will Ospreay e Swerve Strickland. Infine ci sono anche talenti molto sottovalutati come Chad Gable che apprezzo davvero tanto. Un altro match che amerei tanto lottare sarebbe contro Randy Orton, ma potrei citarne molti altri… Undertaker è il sogno.”
Le domande di Manuel Ish
Manuel: Hai già pensato alla possibilità di una run in Giappone?
Dijak: “Assolutamente si, ne stiamo parlando. Proprio pochi giorni fa ho avuto una chiacchierata con Rocky Romero, le possibilità ci sono. Ora sono un free agent e per la prima volta nella mia carriera sono nella posizione di poter scegliere cosa fa per me e cosa posso fare per il bene della mia carriera.”
Manuel: Tra NOAH e NJPW ci sono davvero tanti nomi che potresti affrontare. Limitato al circuito nipponico, chi vorresti come dream opponent?
Dijak: “Sicuramente Naomichi Marufuji, poi potrei citare senza alcun dubbio Tomohiro Ishii, ma ce ne sarebbero davvero molti altri.”
Manuel: Ricordo il tuo match nella BOLA contro Keith Lee, considerando anche quello di TakeOver Portland, quale preferisci tra i due?
Dijak: “Sapevo che quello nella BOLA sarebbe stato il mio ultimo match in PWG e nelle indies prima dell’approdo in WWE. Ho adorato entrambi, che sia stato a 5 stelle o meno, mi sono sempre adattato alla cornice di pubblico in cui mi sono esposto. Anche se una delle interazioni che più preferisco contro Lee fu quella nelle vesti di T-Bar a RAW. Per noi fu un punto di arrivo seppur non nelle migliori condizioni.”
Le domande di Matteo Pagliarella
Matteo: Sei stato per molto tempo in WWE. Durante questo periodo come hai fatto a prenderti cura di te stesso non solo in termini fisici, ma anche con la salute mentale?
Dijak: “Domanda eccellente. Con un calendario folto come quello WWE non è mai facile anche quando sei parte di un roster come quello di NXT con 3/4 eventi alla settimana tra live show e altro. Devo ringraziare tanto Hunter (Triple H ndr), Shwan Michaels e Bruce Prichard per l’opportunità che mi hanno dato, altrimenti sarei stato in serio pericolo. Il mio lavoro mi ha aiutato e salvato.”
Matteo: Puoi raccontarci un momento divertente da te vissuto in carriera che ritieni opportuno raccontare?
Dijak: “Certo. Cito senza alcun dubbio quello vissuto con Vince McMahon. Sono stato probabilmente l’ultimo atleta ad interagire con lui dato che il giorno seguente venne pubblicato il noto articolo sul New York Times.
Tolto ciò, ero davvero tanto entusiasta del mio nuovo periodo a NXT e volevo mostrare alcune idee e il mio nuovo costrume a Vince, ma sapevo che l’unico modo utile per parlare con lui era durante la messa in onda di RAW in una parte della puntata in cui si sarebbe preso del tempo nella Guerilla Position per mangiare.
Ebbene, quella sera stava mangiando una bistecca, mi avvicinai per parlargli di quanto descritto prima, lui alzo lo sguardo, si accorse finalmente che ero lì e mi rispose con uno dei più classici “Sembra fico”. Non so, credo già sapesse cosa gli stesse per capitare a livello personale e forse voleva soltanto rendere felice un suo dipendente senza neanche soffermarsi troppo sulla cosa. Ad ogni modo fu molto divertente come interazione.”
(Clicca QUI per leggere la nostra intervista a Sabu)
Don’t worry everyone I finally made my Raw debut! pic.twitter.com/Sz3DdznEij
— DIJAK (@DijakWWE) July 2, 2024
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