La faida WWE vs AEW vive più nella testa dei fan che sui ring di wrestling, e oggi provo a spiegarvi perché questa mentalità fa male alla disciplina e alle nostre vite.
La federazione con sede a Stamford e quella con sede nella città di Jacksonville sono, senza dubbio, le due principali compagnie di pro-wrestling del Nordamerica.
Capita spesso, però, che i fan sui social diano vita a delle vere e proprie litigate a suon di “X è meglio di Y” e aprendo delle enormi discussioni senza vincitori né vinti.
Noi, come sempre, vi consigliamo di compiere la giusta decisione: scegliere sempre e solo il pro-wrestling.
WWE vs AEW: perché la faida esiste solo nella testa dei fan
Con la nascita della All Elite Wrestling, il sostanziale monopolio WWE nel mercato del wrestling sui principali network televisivi americani è terminato dopo quasi 20 anni.
Una vera e propria ventata d’aria fresca per i fan, me compreso, stufi da tempo dei numerosi difetti del prodotto WWE della fine degli anni 2010:
- Storie riciclate da appena pochi anni prima, o scritte nella maniera più pigra possibile e spesso senza una conclusione vera e propria;
- La presenza nel main event dei soliti nomi, spesso tirati fuori da un passato troppo lontano e pronti ad uccidere i push di chi li meritava;
- Una presentazione, in termini di confezionamento del prodotto (luci, audio, musiche, segmenti), decisamente troppo colorata e infantile;
- Un territorio di sviluppo, NXT, che provava forzatamente a scimmiottare le federazioni indipendenti proponendo l’opposto di ciò che una major televisiva dovrebbe proporre.
L’arrivo della AEW ha quindi rappresentato una luce di speranza che avrebbe potuto finalmente riportare il wrestling televisivo ai fasti di un tempo. Ma, si sa, le promesse di salvezza (così come quelle elettorali) spesso si portano dietro il rischio di generare un’idolatria cieca ed incapace di pensiero critico.
WWE vs AEW: la community online si divide
Una dinamica che sta venendo fuori in tutta la sua tossicità soprattutto nell’ultimo anno, quando cioè la AEW si è ritrovata ad affrontare i primi seri problemi della sua storia: incapacità di gestione dei conflitti nel backstage, personalismi e un presidente decisamente troppo infantile e tifoso per ricoprire quella carica.
Il risultato, nei dibattiti online, è sempre lo stesso: se l’utente A prova a criticare la AEW per uno di questi problemi, l’utente B gli risponde che in WWE quella cosa lì viene (o veniva) fatta peggio. E viceversa. È sempre e solo WWE vs AEW, come se nel mondo e nella storia del pro-wrestling esistessero solo queste due realtà.
La mia major preferita ha un difetto? Se nella major rivale le cose vanno peggio, va tutto comunque benissimo. E se invece su quell’aspetto di là le cose vanno meglio, basta spostare l’attenzione su un altro aspetto che invece di qua non dà problemi mentre nella major che mi sta antipatica è una nota dolente.
Capite bene che un’impostazione simile rappresenta la morte del pensiero critico, del dibattito civile e soprattutto della possibilità di far capire alle rispettive federazioni che cosa davvero non ci piace e vorremmo vedere migliorato.
Le major si adeguano alla retorica WWE vs AEW
Questa dinamica non fa che influenzare le scelte delle federazioni, mai come in quest’epoca attente a ciò che si legge online: sebbene la retorica del noi vs loro abbia fatto la fortuna di promotion di successo come la Extreme Championship Wrestling, non è un caso che negli ultimi tempi WWE e AEW abbiano intensificato le frecciatine sferrate alla rivale.
Ad esempio, dalle dichiarazioni di CM Punk a MMA Hour (dove è intervenuto a titolo personale) si è passati alla scelta di mostrare il video dell’alterco di All In tra Punk e Jack Perry a Dynamite, con risultati tutt’altro che positivi per l’AEW e l’aumento della polarizzazione dei fan online tra WWE e AEW.
Dalla frecciatina di Triple H a Will Ospreay, colpevole di voler lavorare di meno (chiamalo scemo), alla successiva risposta del wrestler britannico sempre a Dynamite. Fino ad arrivare all’imbarazzante intervento mediatico di Tony Khan in cui paragona la WWE ad Harvey Weinstein.
WWE vs AEW? Scegliete sempre il pro-wrestling a 360 gradi
Una rivalità come quella di WWE vs AEW, che per sua natura non può sfociare sul ring, ha l’unico risultato di distrarre i fan dal prodotto delle due federazioni, che in entrambi casi al netto di alcuni problemi persistenti hanno proposto dinamiche interessanti nell’ultimo periodo.
Ma il danno principale della retorica WWE vs AEW, a mio modo di vedere, lo subiscono le stesse persone che hanno contribuito in primis allo sviluppo di questa dinamica: i fan.
Troppo concentrati a criticare la major rivale, spesso i fan della community online perdono numerose occasioni per divertirsi e vivere con serenità la visione del proprio prodotto preferito: ti interessano le storie e le grandi star, scegli la WWE e lascia che i fan AEW si divertano con match più lunghi e meno tempo dedicato a promo e segmenti. Ti piace di più la federazione di Tony Khan? Segui lo stesso consiglio e lascia divertire gli altri con ciò che preferiscono.
Il mio non è, comunque, un invito a chiudersi nella propria bolla e a non discutere di cosa va e cosa non va nelle principali federazioni di wrestling, ma l’opposto. L’obiettivo deve essere quello di guardare il più possibile, uscendo dal proprio orticello, e solo dopo decidere cosa seguire e cosa no sulla base dei propri gusti. E questo non include soltanto WWE e AEW.
L’importanza delle federazioni indipendenti per il pro-wrestling
Dall’altissima qualità vista sui ring degli anni 2000 al boom di popolarità globale del wrestling indipendente nella seconda metà degli anni 2010, è passato del tempo e molte cose sono cambiate.
Sono arrivate, in particolare, prima la razzia di talenti della WWE e poi la AEW che ha messo sotto contratto decine di lottatori prima a spasso per i ring d’America e del mondo intero. Una notizia positiva per i wrestler, che con un contratto vero e proprio possono vivere la propria vita con una stabilità diversa facendo ciò che amano.
Il contro, tuttavia, è stata la sostanziale morte delle federazioni indipendenti americane ed europee, che solo in questi anni si stanno riprendendo e che forse potranno tornare presto a dimostrare la loro vera importanza.
Ed è qui che arriviamo, infine, al titolo di questo articolo: scegliete il pro-wrestling. Tutto quanto, a 360 gradi e senza pregiudizi. È solo grazie alla presenza di un sottobosco indy sano e rigoglioso, infatti, che i wrestler giramondo hanno la possibilità di crescere, a volte dovendo fare anche sacrifici non da poco, e diventare i fenomeni che abbiamo visto ai vertici delle major negli ultimi anni.
Bryan Danielson, CM Punk, Samoa Joe e AJ Styles. Seth Rollins, Jon Moxley, Claudio Castagnoli. E ancora Kevin Owens e Sami Zayn. E moltissimi altri. Nessuno di loro sarebbe potuto diventare il fenomeno che è se a 22 anni fosse arrivata una AEW ante litteram ad offrirgli un contratto per lottare al massimo un paio di volte a settimana tra Rampage e tapings della Ring of Honor (che quasi mi rifiuterei di chiamare così).
Scegliete (sempre!) il pro-wrestling
Ad aver forgiato questi wrestler dallo straordinario talento sono stati i centinaia di match disputati contro altrettanti avversari diversi, le decine di ring calpestati in giro per il mondo e le migliaia di chilometri percorsi per farlo. Tutti fattori che una WWE o una AEW, per quanto ci possano provare, non riusciranno mai a ricreare.
Ed è per questo che il ritorno a quei fasti deve essere non solo auspicabile, ma anche una meta da raggiungere per tutti noi fan. Scegliete il pro-wrestling in tutte le sue forme, dalla federazione indy americana che trasmette sulle piattaforme streaming alla promotion italiana che organizza gli show sotto casa vostra con poco budget ma tanta voglia di sfondare.
Darete la possibilità a queste realtà di crescere, ingaggiare nuovi atleti che potranno crescere a loro volta ed arrivare là, dove conta, con un bagaglio di esperienze, conoscenze e capacità in grado di fare la differenza e regalarci il meglio di quello che amiamo. Nella faida WWE vs AEW, scegliete il pro-wrestling. Non ve ne pentirete.
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